“Piccerè” è un termine napoletano molto comune, carico di affetto, che significa “ehi, piccolina!”. Questa espressione viene utilizzata per rivolgersi affettuosamente a una ragazza o una bambina.
Cosa significa “Fess’e soreta” in napoletano?
“Fess’e soreta” è un’espressione napoletana che, tradotta letteralmente, significa “La vulva di tua madre nei fagioli!”. Questa frase può essere considerata volgare e viene spesso utilizzata per esprimere indignazione o rabbia.
Cosa vuol dire “Nennè” in napoletano?
“Nennè” è un termine napoletano che può significare sia “ragazza” che “bambina”. Viene utilizzato come vezzeggiativo per rivolgersi in modo affettuoso a una donna amata o ad una bambina.
Come si dice “piccolina” in napoletano?
In napoletano, il termine corrispondente a “piccolina” è “nennella”. Questa parola è formata aggiungendo il tipico suffisso campano al termine spagnolo “nena”, che significa “piccola fanciulla” o “ragazzina”.
Come si dice “bambino” in napoletano?
In napoletano, la parola corrispondente a “bambino” è “piccerillo”. Questo termine è di origine napoletana ma è diffuso anche in altre regioni del sud Italia. Viene utilizzato per indicare un bambino o un ragazzino.
Cos’è la “NAPOLETANITÀ”?

La “napoletanità” rappresenta l’essenza di essere napoletani. La cultura napoletana è caratterizzata da una serie di tradizioni, usanze, lingua e folklore unici che contraddistinguono il popolo di Napoli. Essere napoletani significa appartenere a una comunità vibrante, calorosa e piena di vitalità.
Come si dice “mamma” in napoletano?
In napoletano, si dice “‘a mamm'” o anche “‘a mammeta’”. La figura della madre ha un ruolo molto importante nella cultura napoletana, ed è sempre considerata preziosa e insostituibile. La parola “mamma” rappresenta un legame affettivo profondo e indissolubile.
Come si saluta in napoletano?
I saluti in napoletano possono essere espressi in diverse forme, tra cui:
- “Statte buono” o “statte bunariello” – che significa “stai buono” o “stai bene” in italiano.
- “Ce verimmo” – che significa “ci vediamo” in italiano.
- “Cià cià” – che può essere considerato un saluto informale, equivalente a “ciao” in italiano.
Questi sono solo alcuni esempi di saluti napoletani, che riflettono l’approccio caloroso e amichevole della cultura napoletana nelle interazioni quotidiane.
Come si dice “bambina” in napoletano?
In napoletano, “bambina” può essere tradotto in diverse parole, tra cui:
- Criatura
- Nennèlla
- Nennélla
Ecco un esempio di frase con la parola “bambina” in napoletano:
“Tu sei peggio di un bambino!” → “Tu ‘si peggio ‘e ‘na criatura!”
Come si dice “ragazzi” in napoletano?
In napoletano, il termine comune per “ragazzi” è “guaglione”. Questa parola viene utilizzata principalmente in gran parte della Campania.
Cosa significa “Ninni” in napoletano?
In napoletano, “Ninni” è una parola che viene utilizzata per indicare un bambino. È un termine che appartiene al linguaggio infantile. L’etimologia di questa parola proviene dallo spagnolo “niño”, che ha lo stesso significato. Vale la pena notare che la parola napoletana “ninno” è presente nel testo originale della canzone “Tu scendi dalle stelle” nel verso “Quanno nascette Ninno a Bettlemme”.
Cosa significa “Ninnillo”?
In napoletano, “Ninnillo” può essere tradotto in italiano come “bambino” o “bimbo”.
Come si dice “non” in napoletano?
Le migliori traduzioni di “non” nel dizionario italiano-napoletano sono:
- Nun
- No
- Nen
Cosa vuol dire “NGUL a mammt”?
“Ngul a mammt” è una locuzione abruzzese che letteralmente significa “Nel sederino della tua mammina”. Originariamente utilizzata dai pastori abruzzesi nel XIX secolo, questa espressione era usata quando le pecore si smarrivano a causa della distrazione dei pastori.
Cosa vuol dire “MOCC a mammt”?

“MOCC a mammt” è un’espressione offensiva e volgare in napoletano che viene rivolta a una persona per incolparla di qualcosa, coinvolgendo la madre. Letteralmente significa “in bocca a tua madre”.
Come si dice “stai zitto” in napoletano?
La traduzione di “stai zitto” nel dizionario italiano-napoletano è:
“Statt zitt” o “Stàtti cìttu”.
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